Lùcciola, lùcciola

Lusiroeùla. lusiroeùla

 

Lùcciola, lùcciola vien da me,

te darò el pan del Re,

el pan del Re e della Regina

lusiroeùla vegn  visìna.

Lùcciola, lùcciola vien da me,

te darò pan e cafè,

pan e cafè in de la tazzina

lusiroeùla  maggiolina.

Questo della cattura delle lucciole era la tradizione più attesa del mese di Maggio e consisteva nell'andare nei campi  o nei prati a catturare le lùcciole che facendo la loro "danza" amorosa emettevano la  luminosità intermittente che le rendeva visibili ai nostri occhi. Le prendevamo con grida gioiose e poi, quando  la mano era colma, poggiandole su una pietra e con l'aiuto di un sasso facevamo "el ciél", ( il cielo) cioè, sfregavamo il sasso sulle lùcciole che sparivano sotto i nostri colpi, lasciando una scia luminosa che ci estasiava. Insomma un gioco crudele... una manciata di lucciole... per uno scampolo di cielo!  Poi al mattino la brutta sorpresa; tornando a cercare il nostro pezzetto di cielo, trovavamo solo una strisciata di poltiglia nera!