La Bella Gigogìn

                                                                La bella Teresina

                            ...un miscuglio di strofe popolari musicate dal maestro milanese
                                                                  Paolo Giorza  (1832 - 1914)

 

 

 

 

Rataplàn tambur io sento

che mi chiama alla bandiera

che gioia oh che contento

io vado a guerreggiar.

Rataplàn non ho paura

delle bombe e dei cannoni

io vado alla ventura

sarà poi quel che sarà

 

E la bella Gigogìn col tremille-lerillellera

la va a spass col sò spingin col tremille-lerillerà.

 

A quindici anni facevo all'amore

dàghela avanti un passo

delizia del mio cuore.

A sedici anni mi sono sposata

dàghela avanti un passo

delizia del mio cuor.

A diciassette mi son spartita

dàghela avanti un passo

delizia del mio cuor.

 

La vén, la vén, la vén a la finestra

l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta inzipriada

la dìs, la dìs, la dìs che l'è malada

per non, per non, per non mangiar polenta

bisogna, bisogna, bisogna aver pazienza

lassàla,  lassàla, lassàla maridà.

 

 

La Bella Gigogìn, diminuitivo piemontese di Teresina,  venne eseguita per la prima volta al teatro Carcano di Milano la sera di San Silvestro del 1858, era la vigilia della seconda guerra d'Indipendenza, quella che vedrà la prima unificazione dell'Italia. Quella sera piacque tanto che quando la Banda Civica attaccò a suonare le note di quella Polka, il pubblico capì subito l'implicito messaggio contenuto, e il maestro Gustavo Rossari dovette ripeterla ben otto volte. " Dàghela  avanti un passo" (fate un passo ad Est verso l'oppressore) ... "per non mangiar polenta, bisogna aver pazienza lassàla maridà"  (occorreva aver pazienza ed attendere il consolidamento dell'alleanza (il matrimonio) tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III per poter marciare (dàghela avnti un passo) e vincere il nemico. Si disse che la canzone fu anche cantata e suonata durante la battaglia di Magenta il 4 giugno 1859. Questi sono gli episodi arrivati fino a noi , alcuni  veri, altri di fantasia, con certezza sappiamo solo che la " Bella Gigogìn "divenne una specie di inno patriottico che accompagnò i nostri soldati nelle battaglie dando loro la forza e il coraggio di affrontare il nemico.

Gli aneddoti riguardanti la "vera" bella Gigogìn ci dicono che fosse bella, giovane, discinta e senza troppi scrupoli morali; la sua moralità non ci riguarda, a noi basta l'alone di mistero che la circondò e  fece scrivere, musicare e cantare intere generazioni di milanesi.