I tortej
                                                       Le frittelle

                                     Autore - Pier Gildo Bianchi - Medico, Poeta e Scrittore.
                                                                  Milano 1920 / 2006

 

 

 « T'hee vist che sont rivada

al moment giust

per fatt 'n'improvvisada ? »

La se ferma on trattin in su la pòrta,

la rid pròppi de gust:

poeu la se lassa andà su la cadrega

de cusinna - on poo smòrta -

cont in brasc la soa spòrta.

 

Cara nonnetta... La se accòrg, intant,

che mi sont lì a speccià

che la spiega

el perché de sta visita al nevod

(stravagant, sessant'ann,

ormai pien de malann):

« Sont vegnuda per via de quij tortej... »

 

Mò capissi: acqua, zuccher e farina

e sbatt e mes'cià tutt

dent in d'ona tazzinna,

intrattanta che 'l strutt

el deslengua sul foeugh

in la padella.

 

E a la fin, 'me in d'on gioeugh,

foeura 'l cuggiaa con ona nôs de pasta,

che la ven sgonfia e bella

e pian pian la s'indòra,

sott'ai oeucc entusiasta.

 

Entusiasta ancamò,

come quand s'era on fioeu

che ghe rivavi no

a sberluggià in sul tavol de cusinna,

ma in quel profumm de bon

credevi de robà de nascondon

el secrètt de la vita pussee finna

e al temp istees

de tutt'i sò promess.

 

I tortej della nònna: quell bombon

convenient e sincer;

ròbba de brava gent

sueffada a contentass de sò biccer

e, poeu, squasi de nient.

Aria però de festa, de bondanza

se spantega in la stanza

insèmma col savor de la frittura

leggera e delicada...

Tutta ròbba, oramai, desmentegada !

 

Ma, stanòtt, la nonnetta l'è tornada

cont i sò scartosciej

per famm l'improvvisada

di tortej.

On salt indree in di ann,

in d'on  temp senza cruzzi e senz'affann,

Che legrìa, tra nun,  in la cusinna

e che s'cioppon de rid e che  memòri !

Inveci de fermamm a cinquantalla,

ghe voo arent per vutalla:

vesin al foeugh ghe branchi la tazzinna

che la me borla in terra

che frecass...

.........................................................................

Che peccaa dessedass !

 

 « Hai visto che sono arrivata

al momento giusto

per farti un'improvvisata ? »

Si ferma un pochino sulla porta,

ride proprio di gusto

poi si lascia andare sulla sedia

di cucina - un po' pallida -

con in braccio la sua sporta.

 

Cara nonnetta... Si accorge, intanto,

che io sono lì ad aspettare

che mi spieghi

il perché di questa visita al nipote

(stravagante, sessant'anni,

ormai pieno di malanni).

« Sono venuta per via di quelle frittelle...»

 

Ora capisco: acqua, zucchero e farina

sbattere e mischiare tutto

dentro una tazzina,

intanto che lo strutto

si liquefa sul fuoco

dentro la padella.

 

E alla fine come in un gioco,

togli il cucchiaio con una noce di pasta,

che viene gonfia e bella

e piano piano s'indora,

sotto gli occhi entusiasti.

 

Entusiasta ancora,

come quando ero un bambino

che non arrivavo

a sbirciare sul tavolo di cucina,

ma in quel profumo di buono

credevo di rubare di nascosto

il segreto della vita più piena

e al tempo stesso

di tutte le sue promesse.

 

Le frittelle della nonna : quel dolce

conveniente e naturale (sincero)

roba da brava gente

abituata ad accontentarsi del proprio bicchiere

e, poi, quasi di niente.

Aria però di festa, di abbondanza

si diffonde nella stanza

assieme al profumo della frittura

leggera e delicata...

Tutta roba, ormai, dimenticata !

 

Ma, stanotte, la nonnetta è tornata

con i suoi piccoli cartocci

per farmi l'improvvisata

delle frittelle.

Un salto indietro negli anni,

in un tempo senza crucci e senza affanni.

Che allegria, tra noi, nella cucina

che scoppi di risa e che ricordi!

Invece di fermarmi ad indugiare

le vado vicino per aiutarla:

vicino al fuoco le prendo la tazzina

che mi cade per terra

che fracasso...

............................................................................................

Che peccato svegliarsi!

 

      

Riporto  questa lirica  per  rendere  omaggio  a Pier Gildo  Bianchi,  recentemente  scomparso,  che accanto alla passione per la medicina ha coltivato quella dello scrivere in versi, soprattutto in vernacolo milanese. Era presidente onorario dell' Accademia del dialett milanés.  Le sue rime semplici e di una immediatezza rara, fanno rivivere in chi lo legge le stesse emozionanti  esperienze; quale nipote non è stato in ansiosa attesa che le tanto agognate frittelle della nonna, fossero cotte al punto giusto , ben zuccherate e ancora calde, gustarle come una delizia sopraffina? L'Autore che si definisce  sessantenne, stravagante e pieno di malanni, rivive in sogno una realtà che lo aveva reso felice da ragazzo.

 

 Aprile 2006

 

 (Libera traduzione e commento di Nonna Giuse)