Carnevale milanese
                                                El Meneghín e la Cècca

 

 

 

Sono i nomi delle due tipiche maschere, milanesi. L'interpretazione storica più autorevole ci dice che Domenico, o Domenichino (Meneghino ne è la contrazione dialettale) , era il servitore della domenica;  infatti in alcune case milanesi che si spacciavano per nobili, ma erano a corto di "quattrini", si usava dare ricevimenti solo alla domenica, e per questo si pagava una persona a giornata,  che svolgesse le funzioni di servitore,  maggiordomo, accompagnatore, ma soprattutto acconciatore - parrucchiere: il cognome di Meneghino, "Pecènna" (parrucchiere -pettine), al proposito è molto esplicativo.

La Cècca (contrazione dialettale di Francesca) moglie del Meneghín, era detta "Cècca di birlinghitt"(voce quest'ultima che vuol dire "fronzoli, nastri, guarnizioni); essa forniva al marito quanto era necessario per le occasionali clienti. È la classica moglie sorridente e volonterosa, che s'industria come può per aiutare il marito e guadagnare così qualche "quattrino" in più.

Questa si potrebbe definire la classica coppia milanese che, con fantasia, volontà, sacrificio e spirito imprenditoriale, riesce sempre a far quadrare i conti di casa.

La particolarità della maschera milanese è il suo essere l'unica fra tutte le maschere a non portare la... maschera, e questo a dimostrazione della sua "autenticità" e onestà.