Per imparà ...

Per imparà, bisògna sbaglià Per imparare bisogna sbagliare.  ( La persona intelligente può trarre insegnamento anche dai propri errori ) .
   
Parlà còme un lìber stampaa. Parlare come un libro stampato.   ( Usare un linguaggio da letterato per farsi valere ).
   
La Legg nòn amett ignoranza. La legge non ammette ignoranza. ( Di fronte alla legge, l’ignoranza non è una scusante).
   

Chi tròpp studia matt diventa chi nòn  studia  pòrta la brenta.

Chi troppo studia matto diventa,  chi non studia porta la bigoncia. ( Recipiente di legno usato per il trasporto  del vino o  dei liquami ).

   
Métt i lìber su la stadera.  Mettere i libri sulla bilancia (stadera). ( Comperare tanti libri (a peso)  ma non leggerli ).
   
Véss come el Dottor de Valenza; che gh’à la vèsta longa e curta scénza. Essere come il Dottore di Valenza; con la veste (toga) lunga e corta scienza.      ( Avere l’apparenza ma non la preparazione) .
   
Dent per dent, ghe và giò i bragh anca al sapient Di quando in quando, cascano i calzoni anche al sapiente.  ( Anche il sapiente può trovarsi in difficoltà ) .
   
On sapient e on ignorant, fann pussee che on sapient deperlù Un sapiente e un’ignorante fanno di più che un sapiente da solo.  (Una persona ignorante, ma dotata di senso pratico, può essere d’aiuto anche al sapiente).
   

Chi lègg studia,  chi viaggia impara

Chi lègge studia, chi viaggia impara. ( Mette in risalto la necessità di viaggiare per acquisire nuove conoscenze).
   
Ai vegg ghe rincress a morì perché ne imparen vunna tutt'i dì. Ai vecchi spiace morire perché ogni giorno imparano qualcosa di nuovo.
   

               N.B. Nel dialetto milanese i vocaboli, Légge ( Codice della Légge)  e Lèggere ( far lettura ) si scrivono allo stesso modo.