Per imparà
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Per imparà, bisògna sbaglià | Per imparare bisogna sbagliare. ( La persona intelligente può trarre insegnamento anche dai propri errori ) . |
Parlà còme un lìber stampaa. | Parlare come un libro stampato. ( Usare un linguaggio da letterato per farsi valere ). |
La Legg nòn amett ignoranza. | La legge non ammette ignoranza. ( Di fronte alla legge, l’ignoranza non è una scusante). |
Chi tròpp studia matt diventa chi nòn studia pòrta la brenta. |
Chi troppo studia matto diventa, chi non studia porta la bigoncia. ( Recipiente di legno usato per il trasporto del vino o dei liquami ). |
Métt i lìber su la stadera. | Mettere i libri sulla bilancia (stadera). ( Comperare tanti libri (a peso) ma non leggerli ). |
Véss come el Dottor de Valenza; che gh’à la vèsta longa e curta scénza. | Essere come il Dottore di Valenza; con la veste (toga) lunga e corta scienza. ( Avere l’apparenza ma non la preparazione) . |
Dent per dent, ghe và giò i bragh anca al sapient | Di quando in quando, cascano i calzoni anche al sapiente. ( Anche il sapiente può trovarsi in difficoltà ) . |
On sapient e on ignorant, fann pussee che on sapient deperlù | Un sapiente e un’ignorante fanno di più che un sapiente da solo. (Una persona ignorante, ma dotata di senso pratico, può essere d’aiuto anche al sapiente). |
Chi lègg studia, chi viaggia impara |
Chi lègge studia, chi viaggia impara. ( Mette in risalto la necessità di viaggiare per acquisire nuove conoscenze). |
Ai vegg ghe rincress a morì perché ne imparen vunna tutt'i dì. | Ai vecchi spiace morire perché ogni giorno imparano qualcosa di nuovo. |
N.B. Nel dialetto milanese i vocaboli, Légge ( Codice della Légge) e Lèggere ( far lettura ) si scrivono allo stesso modo.