Més de Settémber

 

   
Settember, ghe fussel semper. Dovrebbe esserci sempre.  Per la vendemmia e la temperatura mite.
A san Nicola (10 settembre) la nisciæùla le croda. La nocciola crolla.  Essendo ormai matura crolla dall’albero.
   
A l’Esaltazion de la santa Cros (14 ), se pertéga i nos. Si bacchiano le noci.-   Pertéga – da perticare.  La pertica era il lungo bastone che serviva allo scopo.
   
A santa Cros, se mangia  pan e nos. Si mangia pane e noci.
   
A san Michel (29) el cald el monta in ciel.  Il caldo monta (se ne va) in cielo.  Per lasciare posto alle prime frescure.
   
A san Michee l’uga nel tinee.  L’ uva è nel tino. Il tino è un grande recipiente in legno, che serve per  pigiare l'uva.
   
Vendembia temporida, de spèss la va fallida. Chi vendemmia precocemente, ha vino debole.  Per avere buon vino, bisogna accertarsi che l'uva abbia raggiunto la massima gradazione zuccherina.
   
Voeuja la cassina, piena la cantinna. Cascina vuota, tino pieno.  Poco fieno, tino pieno.
   
In settémber settembrìn, mangen pollaster anca i sciavattìn. Mangiano polli anche i calzolai.  I contadini per poter pagare la pigione del terreno erano costretti a vendere i loro polli;  in conseguenza della maggior offerta il prezzo del pollame diminuiva , così che anche i meno abbienti ( come i calzolai ) potevano mangiarne.
De setteber nòtt e dì, già el savii, sòttsora in lì. Di settembre la notte e il giorno, già lo sapete, hanno pressappoco la stessa durata. Poiché è vicino il solstizio d'autunno.