La Giubbiàna

                                                         Il fantasma

 

 

 

La Giubbiàna di moschítt...                      La Giubbiàna dei moscerini

quand  la va la pèrd i pìtt...                     quando va perde i peti...

 

Così cantavano i bambini milanesi l'ultimo giovedì di Gennaio,  per festeggiare il giorno della Giubbiàna, in cui era obbligatorio mangiare el  "risòtt con la luganega.

La Giubbiàna era una donna con un lenzuolo in testa, per  simulare un fantasma, e  andava nelle case per (così ci dicevano),  portare via i bambini, che durante l'anno precedente, avevano fatto i "cattivi". La sera dell'ultimo giovedì di Gennaio, nell'attesa del suo arrivo, i bimbi impauriti,  promettevano ai genitori  che in  futuro sarebbero stati  buoni .

Dopo la visita della "Giubbiàna",  per la felicità dello scampato pericolo, cantavano a squarciagola il ritornello - scherzoso - vendicativo-  .... la Giubbiàna di  moschitt  ecc,....

La ricompensa alle loro promesse era in buon risotto con la luganega.

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In alcune zone della Brianza, la Giubbiàna è ricordata come una vecchia strega che impersona  la brutta stagione; perciò si usa bruciare un grosso fantoccio che  la rappresenta, sperando così di dare inizio ad una stagione mite.
In altre zone viene chiamata Giöbia, che  in dialetto brianzolo significa giovedì, il giorno in cui si riunivano  le streghe per il "gran Sabba".
Come ogni usanza che viene dalla notte dei tempi, anche quella della Giubbiàna ha subito cambiamenti in base a luoghi e circostanze.